Come sempre dalla loro parte…
Il Presidio dei facchini sostenuti dal SI Cobas alla Bormioli di Fidenza è stato brutalmente aggredito dalla polizia venerdì 8 gennaio, provocando vari feriti e una quarantina di fermi, caricati sulle camionette e portati in questura a Parma.
Il motivo del picchetto dei facchini era stata la risposta al cambio della cooperativa che aveva l’appalto dei lavori, dove molti dipendenti non sono stati riassunti, mentre le condizioni lavorative sono peggiorate.
I facchini hanno da subito intrapreso una dura lotta con scioperi e picchetti di 24 ore davanti ai cancelli dell’azienda. Anche l’ultimo dell’anno ha visto la presenza del picchetto davanti alla Bormioli a segnalare la volontà di non recedere dalla lotta.
Di fronte a tanta determinazione padroni e padroncini coalizzati nella difesa dei loro profitti miliardari sono ricorsi all’uso repressivo della forza poliziesca che, come sempre, è scesa in campo in difesa dei loro interessi.
Solidali ai lavoratori della Penny Market di Fidenza
Davanti ai cancelli della Bormioli di Fidenza si è inscenato l’ennesimo atto di forza da parte dei padroni spalleggiati dalle forze repressive, polizia e carabinieri, forzando un picchetto di lavoratori in lotta per i propri diritti e la propria dignità. Nello stesso giorno l’organo di stampa degli industriali, la Gazzetta, riportava l’accordo scadente raggiunto dai confederali screditando il picchetto dei lavoratori.
Questo è l’ennesimo esempio di erosione dei diritti dei lavoratori, non ultimo quello del diritto di sciopero calpestato da tutti i governi susseguitisi negli ultimi decenni e irresponsabilmente avallato dai sindacati confederali e da diverse sigle del sindacalismo di base.
Tutti i governi sono e saranno sempre dalla parte dei padroni. Condanniamo con forza la brutalità della polizia contro i lavoratori in lotta. Esprimiamo la nostra totale solidarietà ai militanti della Rete diritti in casa e dei Si. Cobas.
Siamo al vostro fianco, non mollate, questa è una lotta di dignità per tutti! Viva lo sciopero Viva la lotta fino alla vittoria!
Unione Sindacale Italiana sez. di Parma
A Desenzano del Garda sgomberato il picchetto dei lavoratori
Venerdì 8 gennaio 2016, decine di uomini della Polizia in assetto antisommossa hanno sgomberato con la forza il picchetto dei lavoratori dei magazzini Penny Market di Desenzano del Garda (BS). Lo sciopero, con blocco dei cancelli e delle merci, era iniziato martedì 5 gennaio perché i lavoratori – stanchi delle dure e insostenibili condizioni lavorative e contrattuali cui sono costretti dalla cooperativa che gestisce gli appalti all’interno dello stabilimento – hanno deciso tutti insieme di incrociare le braccia, far sentire la propria voce e affermare i propri diritti. In particolare i facchini chiedono l’adeguamento delle mansioni, il riconoscimento degli scatti di anzianità e l’applicazione del contratto nazionale di settore. Diritti minimi che spesso vengono negati dalle cooperative che gestiscono la manodopera all’interno dei magazzini della logistica e che, come anche in questo caso, sottopongono i dipendenti a ritmi di lavoro logoranti, all’obbligo di svolgere gli straordinari, alla disponibilità 24 ore su 24 e a ogni tipo di maltrattamento e umiliazione. Come se non bastasse, mentre il Governo Renzi sforna leggi che sempre più attaccano e precarizzano le condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, le forze dell’ordine – ancora una volta al servizio dei più ricchi e dei più forti – attaccano e reprimono chi si permette di alzare la testa contro un sistema di sfruttamento che gode di ogni copertura istituzionale e che condanna le persone ad essere spremute come limoni per poi essere gettate via una volta considerate improduttive. In questi giorni, e in tutti i precedenti picchetti, siamo stati insieme ai lavoratori dei magazzini Penny Market e del sindacato Si Cobas che li sostiene in questa giusta battaglia. Lottando al loro fianco abbiamo potuto ammirare la dignità, il coraggio e la determinazione con la quale hanno sfidato e stanno sfidando i padroni per affermare il diritto a un lavoro degno. Continueremo a farlo, come continueremo a combattere insieme a chi – all’epoca del neoliberismo selvaggio e dello smantellamento totale dei diritti sociali – costruisce ogni giorno percorsi di liberazione per conquistare una sola grande opera per tutte e tutti: casa – reddito – dignità.
SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI PENNY MARKET IN LOTTA!
BASTA SFRUTTAMENTO, BASTA PRECARIETA’
CASA, REDDITO E DIGNITA’ PER TUTTE E TUTTI!
CSA Magazzino 47
Associazione Diritti per tutti
Collettivo Gardesano Autonomo – CSO Zanzanù
Libera è inarrestabile!
Il 14 gennaio 2016 si doveva concludere il processo che vede quattro compagne e compagni imputati per aver partecipato alla resistenza contro lo sgombero dello spazio sociale “Libera” a Marzaglia (Modena). A Marzaglia “Libera” ha resistito 8 anni: dalla sua nascita nel 2000 al suo sgombero nel 2008 è stata attraversata da migliaia di persone che ne hanno animato le iniziative politiche, culturali e ludiche, facendosi spesso carico di una parte del suo percorso, imparando assieme cos’è l’autogestione e come metterla quotidianamente in pratica. Di questi 8 anni “Libera” ne ha passati 5 sotto sgombero. Minacciata dal potere mafioso del PD che, contrariamente al volere di tanti cittadini, ha voluto costruire un’ autodromo, opera assurda e priva di qualsiasi utilità, funzionare solo agli interessi di chi specula sul territorio intascandosi i profitti. La lotta contro questo scempio è stata portata avanti dal collettivo di “Libera” insieme ai comitati cittadini, raggiungendo livelli di scontri altissimi con la giunta comunale di allora. Sono passati 7 anni dalla fine del sogno, dopo uno sgombero illegittimo che ha visto la resistenza pacifica di decine di persone accorse sul posto, alla fine del quale i muri di “Libera” sono caduti lasciando un buco enorme nel paesaggio come in chi l’ha attraversata e vissuta. Dopo così tanto tempo la giustizia istituzionale, lenta ma implacabile, giudicherà i 4 denunciati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Come spesso accade in questi casi, non si prospetta un lieto fine.La sezione di Modena dell’Unione Sindacale Italiana ed il collettivo della Libera Officina, figlia diretta di quella storia, hanno organizzato due mobilitazioni in solidarietà ai denunciati: un banchetto di controinformazione in via Emilia, presso piazza Torre nel pomeriggio del 9 gennaio ed un Presidio di protesta, abbastanza partecipato, il 14 gennaio, dalle 13 alle 17, davanti al Tribunale. Alle ore 17,10 si è avuta la notizia di un ulteriore rinvio a giovedì 11 febbraio ore 11. Di certo la mobilitazione solidale continuerà il suo percorso.
10 Gennaio 2014
Liberticidio Sindacale
L’accordo sulla rappresentanza sindacale tra CGIL CISL UIL e Confindustria altro non è che un vergognoso attacco alla libertà sindacale e al fondamentale diritto di sciopero.
Aderire all’accordo del “Testo Unico sulla Rappresentanza” per garantirsi la partecipazione alle prossime RSU, è una scelta facile ma altrettanto miope, se non suicida. Firmare questo accordo comporta un vero e proprio atto di sottomissione al ricatto padronale, con il quale si perde la libertà a manifestare il proprio dissenso per omologarsi alla concertazione di Cgil Cisl e Uil. Purtroppo, alcuni tra i Sindacati protagonisti delle mobilitazioni unitarie contro il “Testo Unico” hanno ceduto al ricatto e scelto di firmare l’accordo, indebolendo di fatto la lotta contro questo vergognoso accordo. Tra questi vi è anche USB, che ha deciso di firmare il “Testo Unico” senza che questa fondamentale scelta – cosa ancor più grave – sia mai stata condivisa con la propria base. Come militanti MAI accetteremo di scambiare la nostra libertà per elemosinare una partecipazione ad una RSU asservita alle necessità padronali (modello Fiat-Marchionne); MAI scenderemo sul piano della concertazione e del corporativismo. Per questo motivo e dopo la conferma da parte del Consiglio nazionale USB di non voler ritirare l’adesione all’accordo del “Testo Unico”, siamo costretti – nostro malgrado – ad abbandonare l’organizzazione sindacale USB. Dal canto nostro, continueremo a lottare per la nostra emancipazione, convinti che la difesa delle condizioni di lavoro e dei diritti sindacali passa solo attraverso lo sviluppo e l’unione delle lotte… e mai dagli opportunismi di Organizzazione.
I militanti di USB (ora ex) della Milano Serravalle contrari al Testo Unico
Milano, 10/12/2015
a cura di Enrico Moroni